Tramite uno studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale e pubblicato sulla versione on line di The Annals of Pharmacotherapy, coordinato da Joan Dzenowagis, esperto di e-Health dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), ha comparato le informazioni relative a 80 farmaci contenute su Wikipedia, l’enciclopedia on line libera e “aperta al contributo di tutti coloro che desiderano migliorarla”, con quelle di un altro database medico, Drug Reference di Medscape. Interrogati i siti su otto differenti tipologie informazioni mediche (Modalità di somministrazione, Reazioni avverse, Controindicazioni, Dosaggio, Interazione con altri farmaci, Indicazioni terapeutiche, Meccanismo d'azione, Uso durante la gravidanza o l'allattamento), è risultato che Wikipedia è in grado di rispondere soltanto al 40% di essi, a fronte di un 82,5% di Medscape, tralasciando molte informazioni essenziali per una completa conoscenza del farmaco.
Ovviamente, nessuno può imporre a Wikipedia di pubblicare rapporti esaustivi sui medicinali. Tuttavia, la voglia dei pazienti di assumere un ruolo più attivo e consapevole nelle scelte concernenti la propria salute insieme alla “predilezione” dei motori di ricerca per l’enciclopedia on line (è frequente che Wikipedia sia tra le prime voci di ricerca in motori come Google) rischiano di produrre ciò che i ricercatori hanno definito una «tempesta perfetta».
Si può concludere che Wikipedia sia una fonte di pericolo per la salute dei consumatori? Sì, quando èssa è usata come esclusiva fonte di informazione sui farmaci senza ulteriori approfondimenti nè il ricorso al medico. «Ma», scrivono i ricercatori «i siti aperti possono servire da efficace strumento di disseminazione dell’informazione sui farmaci e sono un promettente mezzo per coinvolgere i consumatori nella gestione della loro salute».
«Naturalmente», concludono, «si spera che i medici non si rivolgano a questi siti come fonti autorevoli per guidare la loro pratica clinica».